Il Soldato Italiano dell’800 – nell’opera di Quinto Cenni
Il Soldato Italiano dell’800, nell’opera di Quinto Cenni, è il contributo, in chiave scientifica, a un problema di interpretazione e di valutazione storica che è – avrebbe detto Croce- un reale problema, in quanto il soldato italiano dell’Ottocento è parte di una storia, storia civile e militare, che trova negli acquerelli di Quinto Cenni non meno che nelle pagine di Edmondo De Amicis lo stesso culto: la religione della terza Italia.
Ed ecco, nelle illustrazioni del soldato italiano dell’Ottocento l’immagine di un’Italia civile e dimessa, schiva e orgogliosa, reduce da tante amarezze e solcata da tante speranze, squilibrata nelle sue strutture sociali e nelle sue distanze regionali eppure attirata da questo nuovo modello di organizzazione unitaria, tutto da realizzare sul filo cosi sottile delle conquiste risorgimentali.
Quell’Italia che, nonostante tutto, nonostante le lentezze e contradizioni e resistenze, cambiano tanto da suscitare a Gladstone, il paragone con le trasformazioni della Francia fra il 1789 e l’Impero napoleonico. Anche nelle divise disegnate da Quinto Cenni appaiono i segni evidenti di questa trasformazione.
L’Esercito italiano, così denominato il 4 maggio 1861 con lo scioglimento dell’Armata sarda, non ha più le sgargianti uniformi delle guerre risorgimentali: è il tempo delle divise sobrie, ravvivate solo dai distintivi di corpo e di grafo e di alcuni accessori (le piume dei bersaglieri, il cappello degli alpini, l’elmo dei generali che, su imitazione dell’esercito della Germania guglielmina, è ornato di aquila e di piumaggio bianco).
È l’esercito dove i soldati di leva, superato il primo impatto con la caserma, si sentono parte di un’istituzione che funge da istruzione primaria, in un’Italia ancora segnata da un analfabetismo diffuso. Il pennello di Quinto Cenni coglie ogni particolare nelle divise di questo nuovo Esercito Italiano: c’è la minuzia e la precisione di chi vive intimamente quello che disegna e colora.
Nei duecento acquerelli che la Rivista Militare presenta in questo illuminante e rivelatore volume c’è il messaggio artistico del patriota che vede nel soldato un insostituibile punto di riferimento di quell’Italia nuova, opera collettiva di un0azione morale, che le Forze Armate, nella loro secolare dedizione, hanno contribuito ad edificare.
Costruzione morale e politica che la memoria rivive come processo di coscienza di crescita civile, nell’efficacia di un esempio che è sempre storia vivente.
Giovanni Spadolini, dalla Presentazione di Il Soldato Italiano dell’800 – nell’opera di Quinto Cenni