I Paracadutisti italiani ad El Alamein
Ottanta anni fa, dal 23 ottobre al 6 novembre 1942, lo scontro di El Alamein,
nel deserto egiziano: i britannici del maresciallo Montgomery travolgono
le forze italo-tedesche del feldmaresciallo Rommel, costringendole
ad una ritirata rovinosa che (insieme a Stalingrado) segna la svolta della
Seconda guerra mondiale. I paracadutisti della divisione “Folgore”,
schierati all’estremità meridionale del fronte, oppongono una difesa strenua ma vengono
decimati: 304 superstiti su oltre 5mila effettivi partiti qualche mese prima dall’Italia.
Il volume ripercorre le vicende della “Folgore” nella battaglia di El Alamein inquadrandole
nell’insieme delle vicende belliche del 1940-42 e soffermandosi sulle motivazioni
morali della resistenza ad oltranza: di qui si sviluppa un excursus sulle origini dei paracadutisti,
sui miti costitutivi del corpo, sull’eredità culturale della Legione Straniera e
dell’arditismo, sulla prospettiva della “bella morte” come riscatto della sconfitta. Ne risulta
il ritratto di una pagina di storia nazionale a lungo rimossa dai pregiudizi ideologici,
che hanno qualificato come “destra” i paracadutisti di El Alamein e come “sinistra” gli
Alpini congelati in Russia, mentre gli uni e gli altri erano le vittime della stessa guerra
fascista d’aggressione (come ha chiarito il presidente Carlo Azeglio Ciampi nel 2002,
“sdoganando” la vicenda).