-
Storia del copricapo nazionale da combattimento
Scheda del Libro
Sin dall’antichità il combattente ha cercato in vari modi di proteggere le parti del corpo più sensibili dagli attacchi avversari. Per questo motivo l’utilizzo di copricapi di cuoio o metallici, che potessero garantire una migliore sicurezza della testa, ha caratterizzato tutte le epoche.
La Prima guerra mondiale, per via del suo massiccio avanzamento tecnico e del tipo di combattimento incentrato nella trincea, ha creato i presupposti per un rivoluzionario esame sull’argomento. L’Italia, come gli altri Paesi, ha dedicato particolare attenzione a questo aspetto. A partire dal 1915 ha dotato quindi i suoi soldati di una serie di elmetti, che negli anni hanno contraddistinto a ogni latitudine l’essenza stessa dello status militare nazionale.
Tutte le Forze Armate e tutti i Corpi armati dello Stato hanno indossato in pace e/o in guerra elmetti e caschi. Sono dunque passati esattamente cento anni da quanto i primi fanti calzarono per la prima volta un contemporaneo copricapo metallico.
Rimasto dal 1946 alla vigilia del nuovo millennio un corredo utilizzato per parate ed esercitazioni, divenne negli ultimi venti anni del Novecento un fondamentale corredo del soldato impegnato in missioni di pace oltremare. Nel frattempo, le varie versioni dell’elmetto in fibra hanno progressivamente affermato la necessità di sostituire il pesante e non sempre elastico acciaio con strati di prodotti chimici, relativamente leggeri e caratterizzati da precise funzioni balistiche.
Nonostante ciò, la tradizione lascia il proprio segno e al fianco dei futuristici caschi protettivi rimangono i simboli di alcuni corpi, come la penna per le truppe da montagna o le piume dei bersaglieri.
” I 100 anni dell’elmetto italiano 1915 – 2015 – storia del copricapo nazionale da combattimento”
€ 95.00
- Autore: Giovanni Cecini
- Stato Maggiore Difesa
- Formato: 21 x 29,5
- Pagine: 368
- Copia nuova
Categorie: Edizioni Ministero Difesa, Esercito Italiano